📚La scorsa settimana ho letto “Il viaggio di Halla” di Naomi Mitchison e ringrazio la casa editrice Fazi Editore per avermi omaggiato della copia cartacea 😊
📘TRAMA DI “IL VIAGGIO DI HALLA” :
Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta: vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve.
Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate. La sua conoscenza di tutti i linguaggi, sia quelli umani che quelli animali, la aiuterà ad andare oltre le apparenze, ma anche a mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, mentre affronta, una dopo l’altra, le nuove sfide sul suo cammino.
📚RECENSIONE:
“Il Viaggio di Halla” è classico della letteratura fantasy del Novecento di una scrittrice tutta da riscoprire, grande amica e prima lettrice di Tolkien.
La scrittrice ci prende per mano e ci conduce in una favola senza tempo, dove le divinità dei miti nordici convivono con i personaggi della letteratura fantasy per mostrare il valore di tolleranza, generosità e vera amicizia.
Un libro delicato e pieno di significato con una scrittura dolce e curata.
Con “Il viaggio di Halla” la scrittrice ci fa intraprendere questo viaggio da un’adolescenza piena di magia a un’età adulta difficile piena di interrogativi sul fututo e si conclude con la presa di coscienza di nuove consapevolezze.
Voto 4/5
📚ESTRATTO “IL VIAGGIO DI HALLA”:
“Ma Halla era deliziata da tutto questo e affondò i talloni nudi nei fianchi squamosi del drago che, con un moto sinuoso e un crepitio di scintille, si inoltrò nella foresta incendiando per sbaglio, di quando in quando, un cespuglio o un cumulo di foglie secche di betulla o di quercia, oppure la pelliccia di qualche animale che era troppo orgoglioso o troppo stupido per togliersi di mezzo.”
