Stefano Giannetti è nato a Fontana Liri, in provincia di Frosinone, il 24 dicembre 1985. Ha un diploma di indirizzo chimico e ha lavorato per 11 anni come operaio in una polveriera. Da 4 anni lavora come cameriere/responsabile di sala in un locale.
La sua prima pubblicazione è “Parli come Andrea” uscita il 14 febbraio 2022.

Ma ora conosciamolo meglio tramite questa breve intervista.
Riporto di seguito le sue risposte senza modifiche, tagli o aggiunte da me apportate.
⁃ Per iniziare, c’è qualcosa di te, del tuo carattere, delle tue passioni che ti piacerebbe condividere con noi?
Sono appassionato di fumetti, cinema, serie, libri, musica, anche se su quest’ultima sono fin troppo selettivo… Insomma di qualsiasi media che mi racconti una storia interessante. E mi piace provare a crearne di mie .
Sono un pessimista, ma non quanto mi piace credere, sono come Alice, lei è proprio il mio alter ego.
Sono ossessionato dal tempo che passo, il tempo è la cosa più preziosa che esiste, perché non si recupera mai. Per questo odio i ritardatari, cerco di allontanarli da me. Non rispettare il tempo altrui la considero una mancanza molto grave, che sia più o meno volontaria. E la noia, sì, credo sia davvero uno dei nostri mali peggiori, indissolubilmente legato a malesseri che ci portiamo dietro nella vita, insoddisfazioni, conflitti irrisolti… La noia non è semplicemente un pomeriggio a fare zapping sul divano insomma!
⁃ Esistono uno o più libri o scrittori che hanno avuto una grande influenza nella tua vita?
Il fumetto tutto italiano Pk, della Disney, mi ha formato specialmente nell’umorismo. Poi i manga per lo stile di disegno, per le immagini dei personaggi femminili, che amo disegnare e di cui amo scrivere. Poi i comics americani, amo i supereroi.
Tra gli altri italiani: Ortolani, Zerocalcare, e la grande e compianta Grazia Nidasio, che con la sua Valentina Mela Verde seppe accompagnare i bambini verso l’adolescenza rendendo la quotidianità avvincente come una storia di eroi, appunto. Da anni però, complice il poco tempo libero, alla lettura dei fumetti dedico molto meno tempo. Ogni tanto ci torno sopra, come sui libri. Uno che mi sento di consigliare è “Il cane nero“ di Rebecca Hunt.
⁃ Per quanto riguarda la lettura quali generi preferisci leggere?
Mi piace leggere tutto quello che ho appena citato, mi piacciono i romanzi dove il protagonista parla in prima persona comunque. Il mio preferito sarà per sempre “La coscienza di Zeno”, ancora così moderno. Niente mi ha avvicinato così tanto ad un personaggio come ha fatto il romanzo di Svevo. Con i suoi conflitti così magnificamente espressi, ci ammaliamo e guariamo con il protagonista in continuazione.
⁃ Nel tuo libro sono presenti vari fumetti tra i capitoli e anche la copertina è stata realizzata da te. Quando e come è nata la tua passione per il disegno e i fumetti?
Da piccolo senza rendermene conto prendevo sempre una penna Bic rossa e disegnavo quello che ricordavo dai fumetti Disney , dai cartoni… Un giorno, a opinione di chi me lo disse, riprodussi abbastanza fedelmente e a memoria un personaggio che vidi in uno spot, che era la versione animata di uno di quei pupazzetti collezionabili che si trovavano nelle bustine chiuse, dove rischiavi sempre di trovare doppioni. Rappresentava palesemente una caricatura di Roberto Baggio, eravamo nei dintorni dei mondiali del ‘94. È stato lì che chi vide il disegno mi disse che ero bravo, allora ho iniziato a insistere, prima con la Disney, poi con i manga, inventando anche fumetti in questo stile, in maniera molto amatoriale.


⁃ Cosa ti ha avvicinato alla scrittura? E da quanto tempo lo fai?
Dopo un po’ ho prediletto la scrittura al disegno, precisamente nel 2004, quando non feci in tempo a partecipare a un concorso letterario per le scuole anche se mi venne subito una storia in mente per l’occasione; ma dal 2006 ho iniziato a scrivere come hobby. Ogni volta che ho l’ispirazione mi butto in una storia nuova. Con “Parli come Andrea”, la cui lavorazione è iniziata tra l’estate e l’autunno del 2020, sono tornato anche al fumetto e nel mio piccolo, attraverso tutorial, reminiscenze e reference su cui studiare, ho cercato di dare il meglio per Gemina, che ancora gestisco con vignette nella mia pagina Instagram omonima del romanzo .
⁃ Com’è nata l’idea del tuo libro? Parlaci un po’ della nascita della tua pubblicazione.
“Parli come Andrea” è nata dalle mie crisi, che sono anche quelle di Alice (e parte di quelle di Andrea). Malesseri che ho cercato di evitare, di affrontare solo in parte, sulla realizzazione personale, caratteriale e lavorativa, sul senso di rischiare per perseguire un sogno, sul tempo, sulla fede, sul senso a tutto questo. Quando questi pesi sono diventati per me insostenibili, complice anche un lockdown che all’epoca mi sembrò malefico ma sui cui debbo ricredermi, ho dovuto creare Alice, provare a farla combattere al posto mio, farle affrontare tutti i dilemmi che non avevo ancora avuto il coraggio di affrontare, anche perché scriverne vuol dire aprirsi .
⁃ Hai trovato difficoltà durante la scrittura o dopo? Se si quali e in caso contrario, cosa ti stimolava a proseguire nella scrittura?
Per me la parte più difficile di una storia è smettere di scriverla. Intendo proprio quando è finita. Mi affeziono così tanto ai protagonisti e ad Alice più di tutti quelli che ho creato finora, che sto davvero molto male la mattina dopo aver terminato un racconto, mi pare un giorno che non ha senso di esistere.
Mentre la scrivo invece, mi aiuta molto la musica, a seconda del mood che il mio personaggio deve avere, scelgo una canzone se mi trovo in un “down creativo“.
Una difficoltà di questa storia nello specifico è stato rendere la noia, uno degli argomenti principali, non noiosa. Ma Alice, che è una vera peste, ha saputo “aiutarmi“ tantissimo, mi ha anche instradato verso il finale attuale, che è diverso da quello che avevo in mente all’inizio, mentre la sviluppavo. Spesso i personaggi prendono strade diverse da quelle che gli vorremmo far percorrere e molte volte hanno ragione loro.
⁃ I tuoi personaggi sono stati creati ispirandosi a persone reali oppure hai deciso da zero come dovevano essere?
Alice sono io, è il mio alter ego, come già detto. Chiedendomi perché sia esattamente così, spiritosa come me ma senza filtri comportamentali… Potrei rispondermi che amando i personaggi femminili, ho trovato un modo per piacermi, per parlare di me volentieri, attraverso una ragazza che nella vita reale non saprei se amare o odiare, ma che certamente mi coinvolgerebbe parecchio! Gli altri sono frutto di pura fantasia, anche se Alessandro ed Andrea sono nati di riflesso ai problemi che ho dovuto affrontare e al carattere di Alice.
⁃ Cosa vorresti che fosse apprezzato e “rimanesse” a chi lo legge la tua storia?
Vorrei che, se non ci fossero già riusciti, salissero gradini di consapevolezza che Alice, anche se non da sola, prova a scalare piano piano. Che ascoltino ciò che scalpita dentro di loro, bisogna sempre farlo, ha sempre senso, se è vero che il tempo non si recupera è anche vero che qualsiasi sia la nostra età, il tempo che deve ancora venire è solo nostro e dobbiamo accontentare prima di tutto noi stessi rendendolo degno di essere vissuto.
⁃ Scrivere e pubblicare il tuo libro ti ha aiutato? Se si in che modo?
“Parli come Andrea” è l’ultimo romanzo che ho scritto, ma il primo che ho pubblicato, perché è quello che sento più mio. È stato terapeutico per me, mentre Alice trovava possibili vie per sé stessa, mi sono reso conto solo alla fine che ero io che le stavo provando per me. Concretamente non mi ha cambiato nulla nella vita, ma la visione sì, ma non posso dire altro perché ho già rischiato troppo lo spoiler…

⁃ Hai altri progetti in vista? Magari un altro libro?
Il desiderio dopo aver scritto una storia è scriverne subito un’altra, cosa ovviamente impossibile. Per giunta il mio primo desiderio è spesso, e specie in questo caso, tornare sugli stessi personaggi. Sarà difficile sbarazzarmi del tutto di Alice, complice il fatto che sto ancora disegnando Gemina, il suo alter ego. Ho molta paura dell’ispirazione e non conosco nessun metodo per farmela venire, aiutarla sì, ma l’idea di partenza deve venire da sola, deve comandare lei. Attualmente la sto cercando quindi, in ogni cosa, appena mi viene un’idea su un argomento specifico vado a documentarmi su di esso, per vedere se dentro le notizie a riguardo c’è altro che possa aiutarmi. “Parli come Andrea” per me è stato un punto di arrivo, su di me sento di aver detto tutto attraverso Alice, quindi per la prima volta nella mia vita il mio lavoro di ricerca sarà tutto “fuori“!
⁃ Ci sono dei consigli che vorresti dare ad aspiranti scrittori/scrittrici?
Ogni cosa che avete in mente, che sentite debba venir fuori, fatela uscire, qualsiasi sia l’argomento. Anche io mi ritengo ancora un’aspirante e non posso dire altro che questo. Una storia è come uno starnuto, viene quando vuole e dovete farlo uscire, il lato positivo però è che non è così veloce come l’espulsione che viene dal naso e potete gestirla quando volete. E ascoltate i vostri personaggi, perché vi parlano, più di quanto vi sembra, sono vostre invenzioni eppure vivono. È una contraddizione che ancora mi affascina.
⁃ C’è altro che vorresti dirci o di cui vorresti parlarci?
Vi aspetto sui miei canali social per parlare un po’, accetto consigli di lettura, per la scrittura o magari per musica e film, grazie!
Per l’acquisto dei libri di questo autore, o per maggiori informazioni, potete trovare tutto quanto sui principali store del web.
Buona lettura!