Luigi Lodola nato nell’estate del 1966, compirà a breve cinquantasei anni.
“Non ho completato, quando era il momento, gli studi superiori, salvo poi recuperare e diplomarmi all’età di trentasette anni.
Sono stato per molto tempo volontario della Croce Rossa Italiana, svolgendo servizio ambulanze e partecipando a missioni di protezione civile.
Nel 1991 ho iniziato a lavorare in una RSA, quando ancora non erano richieste le qualifiche ora necessarie, che ho via via acquisito.
Nel 2020 sono stato trasferito in una casa di cura dello stesso ente, dove continuo a lavorare come OSS.”
“Coltivo diverse passioni, su tutte la fotografia, soprattutto naturalistica e paesaggistica e la scrittura.
Ho scritto due romanzi molto diversi tra loro “Ho ucciso Gesù”, il racconto in prima persona di un soldato romano inviato a seguire e riferire sulle azioni e le parole di Cristo e “Il fantasma di Boboli”, ambientato nella Firenze moderna, con puntate nel Rinascimento mediceo. Ho diversi progetti letterari che spaziano in diversi generi, il primo dei quali parlerà di gladiatori e amicizia.”

Ma ora conosciamolo meglio tramite questa breve intervista.
Riporto di seguito le sue risposte senza modifiche, tagli o aggiunte da me apportate.
⁃ Per iniziare, c’è qualcosa di te, del tuo carattere, delle tue passioni che ti piacerebbe condividere con noi?
Generalmente sono una persona tranquilla, anche se a volte pecco di impulsività, mi piace vivere a contatto con la natura, in fatti vivo in un piccolo villaggio isolato tra capi e boschi sulle colline dell’Oltrepò pavese. Oltre alla scrittura e alla lettura, mi piace molto fotografare qualsiasi cosa, infatti due dei personaggi fanno questo di lavoro, anche se nel libro, scattano fotografie ai monumenti a mezzogiorno, con la luce peggiore per un servizio fotografico.
⁃ Esistono uno o più libri o scrittori che hanno avuto una grande influenza nella tua vita?
L’amore per i libri è iniziato con il primo letto da solo, Robinson Crusoe, poi adoro Hemingway in generale (anche se non è certo il mio modello di vita), e “il vecchio e il mare” in particolare. Trovo questo romanzo geniale, Hemingway è riuscito a costruire un intero libro con un solo personaggio, senza suddividerlo in capitoli, riuscendo nell’impresa non facile, di non cadere nella noia, la prima volta l’ho letto in quattro ore, senza riuscire a staccarmi dalla lettura.
⁃ Per quanto riguarda la lettura quali generi preferisci leggere?
Non amo particolarmente il fantasy, soprattutto quelli con i personaggi con i nomi impronunciabili e grossi eserciti nella neve, per il resto non ho un genere preferito, non mi piace, quando i personaggi sono stereotipati (spero di non esserci caduto anch’io), o quando la lettura risulta poco scorrevole, ma posso leggere e apprezzare tanto lo storico, come il fantascientifico.
⁃ Quando e come è nata la tua passione per la scrittura?
Più o meno da adolescente, leggevo molto e ho voluto provare a scrivere racconti brevi, solo molti anni dopo ho scritto un paio di racconti lunghi (non ricordo la lunghezza per definire racconto lungo, novella e romanzo breve e/o lungo, ma sinceramente non mi interessa), solo dopo i cinquant’anni il primo romanzo.
⁃ Com’è nata l’idea del tuo libro? Parlaci un po’ della nascita della tua pubblicazione.
Non è nato nel giardino di Boboli. L’idea di un romanzo da ambientare nel Rinascimento, mi è venuta agli Uffizi, mentre mi commuovevo davanti alla Primavera di Botticelli, una volta entrato nel giardino di Boboli, ho deciso che il mio fantasma avrebbe abitato lì. I personaggi sono venuti dopo, quando ho cominciato a pensare seriamente a come costruire la storia.
⁃ Hai dovuto fare qualche ricerca durante la stesura del testo oppure eri già a conoscenza dei particolari storici contenuti nel tuo libro?
Il Rinascimento italiano non è un periodo storico che conoscevo a fondo, ne ho parlato con Dida, della biblioteca di Torrazza Coste, il suo aiuto è stato prezioso nella scelta dei libri da studiare (compreso uno di sua proprietà), uno sulla famiglia Medici e un romanzo che non mi è piaciuto molto, ma è servito per capire la vita di quel tempo. Ho studiato anche la vita di un grande artista del Rinascimento e anche in questo caso ho peso la biografia in prestito dalla biblioteca di Voghera. Ho preso molti appunti a mano, ripassandoli dopo al computer. Questo metodo fa si che mi si fissino nella memoria, solo di rado ho dovuto rivedere gli appunti in fase di stesura.
⁃ Hai trovato difficoltà durante la scrittura o dopo? Se si quali e in caso contrario, cosa ti stimolava a proseguire nella scrittura?
Non faccio lo scrittore di professione, sono un operatore socio sanitario e questo libro è stato scritto durante la pandemia, ci sono stati mesi interi, durante i quali non ero in grado di scrivere una sola parola o soltanto rileggere quanto scritto in precedenza, troppo stanco sia nel fisico che nella testa, soprattutto durante la prima fase. Ho ripreso solo quando mi sono sentito pronto. Altre difficoltà le ho incontrate in fase di impostazione della storia, quando non avevo ancora definito i caratteri dei personaggi, per i quali non compilo schede. Parto da un’idea molto vaga, un po’ come nella commedia dell’arte, poi sono i personaggi stessi a scrivere la storia, il finale l’ho pensato appena prima di scriverlo.
⁃ I luoghi di cui si parla nel tuo libro, come il giardino di Boboli, li hai visitati durante la scrittura del romanzo oppure li conoscevi già molto bene?
Ho visitato Firenze con la mia compagna, quando stavo finendo il mio primo romanzo. Siamo rimasti in città una settimana e tutti i luoghi descritti nel libro li abbiamo visitati tutti, anche i mercati, alcune luoghi sono totalmente inventati, non ho la minima idea di come siano fatti i sotterranei o se esistano sale con scalinate nascoste. Firenze è una città che tornerò sicuramente a visitare, ho ancora molto da vedere e un’idea della mia compagna da realizzare, portare il libro al giardino di Boboli e farci delle fotografie.
⁃ Il tuo “fantasma” è un personaggio diverso dal solito, come mai hai optato per questa scelta?
Il fantasma è stato un espediente che ha poi preso la scena diventando protagonista, come ho già detto la storia alla fine la scrivono i personaggi. Non conoscendo a fondo il periodo, anche dopo aver studiato, ho optato per un’ambientazione ai tempi nostri con puntate nel Rinascimento, la prima opzione era quella del ritrovamento di un documento, ma è già stata usata fin troppo, quindi ho pensato a che un fantasma poteva raccontare la sua storia e quella dei personaggi storici dell’epoca. Poi non amando gli stereotipi il mio “fantasma” è particolare, così come la scelta della sua “professione” in vita.
⁃ Quanto tempo hai impiegato per scrivere l’intera storia?
Quasi due anni, ma come già detto sono stato fermo diversi mesi, se dovessimo togliere i periodi di blocco, tra studio, stesura e riletture varie, circa un anno e mezzo.
⁃ Vedere pubblicato il proprio libro, che sensazione si prova?
Molto bello, trovarsi tra le mani il frutto di tanto lavoro è una sensazione bellissima, anche se grazie al self pubblishing, oggi pubblicare un libro è più facile che scriverlo, ci sono pro e contro, ma questo meriterebbe un dibattito a parte. Il difficile per chi non ha un editore, è farsi conoscere, soprattutto per chi, come me, non è molto bravo nell’utilizzo dei social.
⁃ Hai altri progetti in vista? Magari un altro libro?
Questo è il mio secondo romanzo, qualche anno fa ho deciso che avrei intrapreso questa strada e sono piuttosto testardo. Ho iniziato a studiare per un prossimo romanzo, questo è adatto anche ai ragazzi e mi piace questa “linea editoriale”, il prossimo parlerà di gladiatori e amicizia, cercando di sfatare i miti legati al cinema e raccontando anche di figure poco note, come le gladiatrici. Sarà un po’ più crudo rispetto al fantasma, vista anche l’ambientazione e non utilizzerò i flashback, ma cercherò di renderlo adatto ai ragazzi, una cosa che mi renderebbe felice, sarebbe sapere che qualcuno abbia scoperto la lettura grazie a un mio lavoro.
⁃ Ci sono dei consigli che vorresti dare ad aspiranti scrittori/scrittrici?
Penso che ci siano scrittori ben più autorevoli di me per questo, forse posso consigliare solo due cose, la prima: siate sempre voi stessi, in questo settore è pieno di imitatori e libri tutti uguali, si segue la linea che ha successo al momento ed è fatta, io penso che un libro debba raccontare molto anche di chi lo scrive, i miei due romanzi sono molto diversi tra loro, ma in entrambi potreste trovarci un po’ di me. La seconda: le critiche sono più importanti dei complimenti, ascoltatele e fatene tesoro, il mio libro è stato valutato con una sola stella da qualcuno, a me piacerebbe sapere cosa non è piaciuto, così da non ripetere l’errore, se di errore si è trattato. Poi ogni testa è un modo, come si dice, non è possibile piacere a tutti, come persona, così come scrittore.
⁃ C’è altro che vorresti aggiungere o di cui vorresti parlarci?
Ho amato questo libro fin dalla sua fase embrionale, anche se ho dovuto prendermi delle pause piuttosto lunghe, mi è piaciuto molto raccontare di questa ragazza (dalla copertina si capisce che il fantasma è di una donna), che vaga nel giardino di Boboli e dei suoi amici viventi. A me è quasi spiaciuto quando ho finito di scriverlo, perché ero davvero affezionato ai miei personaggi, se deciderete di leggerlo e proverete la stessa sensazione una volta finito di leggerlo, vorrà dire che ho fatto un buon lavoro.
Potete trovarmi su facebook e instagram, dove oltre al profilo personale, ne gestisco uno dove cerco di raccontare come nasce il mio nuovo romanzo (@my_book_avenue).
Ho visto nei commenti nella tua rubrica Facebook “vi presento un libro”, che è stata notata la copertina, è opera di un mio collega, si chiama Mattia Bonizzoni e si sta facendo largo nel mondo della pittura, lo potete trovare anche lui sui social.

Per l’acquisto del libro di questo autore, o per maggiori informazioni, potete trovare tutto quanto sui principali store del web e, nel mio articolo di qualche giorno fa, potete trovare trama e recensione.
Buona lettura!