Intervista all’autore e giornalista Andrea Tomasi

Andrea Tomasi, giornalista e documentarista, si occupa di ambiente, salute e incazzature varie.

È autore di libri e docufilm: Fotocamera con Vista (Il Margine, 2009), La farfalla avvelenata (Città del Sole edizioni – 2012), Veleni in paradiso (docufilm – 2014), Un filo appeso al cielo (docufilm – 2016), Pesticidi, siamo alla frutta (docufilm – 2018), Pfas, quando le mamme si incazzano (docufilm – 2019), Donne Dolomitiche (Accademia della Montagna – Tsm, 2020).

Ma ora conosciamolo meglio tramite questa breve intervista.
Riporto di seguito le sue risposte senza modifiche, tagli o aggiunte da me apportate.

⁃ Per iniziare, c’è qualcosa di te, del tuo carattere, del tuo lavoro o dei tuoi ideali che ti piacerebbe condividere con noi?

Senza fare il Superman, posso citarlo: “Truth and justice, big fan”. Come TUTTI i giornalisti, per raccontare me stesso devo parlare del mio rapporto con il verbo “scrivere”. Penso che la scrittura possa essere uno strumento per arrivare alla verità e quindi alla giustizia. Il racconto di ciò che accade – ripulito dalle bugie, dalla propaganda e dalle bugie della propaganda – è uno strumento formidabile. Quando diventa professione, se esercitata in libertà ed onestà, un un certo senso  è un superpotere. 

⁃ Nel tuo lavoro che genere di articoli/notizie tratti?

Dipende cosa si intende per “lavoro”. In redazione ci si occupa di tutto un po’, dalla cronaca spicciola ai racconti su questioni più o meno grandi. Ed è il bello del giornale. Poi c’è quello che faccio fuori dalle pagine del quotidiano. Dal 2010 mi occupo di salute e ambiente: traffico di rifiuti tossici, pesticidi e contaminazioni. Insomma tutta roba allegra (ride). Tutta roba che non puoi  non raccontare, perché incide, in maniera silenziosa e invasiva, sulle vite di tutti noi. Dopo  “Pfas, quando le mamme si incazzano” – una videoinchiesta sui Pfas, che sono sostanze con cui è stata devastata una falda acquifera grande come il Lago di Garda e che stanno facendo ammalare bambini e adulti – ho cambiato registro, passando al libro- commedia. Titolo: “Le insospettabili che rapirono Salvini”, un docuromanzo in cui il racconto giornalistico viene mixato con quello di fiction, in chiave comica. Si parla sempre della contaminazione da Pfas ma con altri toni. Protagoniste sono quattro donne incazzatissime che, per fare in modo che politica e media si occupino di questo dramma italiano (ma in realtà mondiale), decidono di mettere in atto un piano tanto criminale e quanto improbabile: prendere in ostaggio il politico più odiato ed amato d’Italia. Matteo Salvini viene bendato e immobilizzato con manette in stile sex toy, quelle col vellutato rosa per intenderci… Le quattro donne (tre mamme e una single) lo caricano su un vecchio camper, che diventa la sua prigione viaggiante, in un tour tragicomico dal profondo nord al profondo sud. 

⁃ Nel tuo libro si parla di pfas, rifiuti tossici e contaminazioni delle falde acquifere, come sei venuto a conoscenza di queste problematiche?

Era il 2018. Stavo promuovendo il docufilm “Pesticidi, siamo alla frutta”. Avevo fatto una videointervista. Michela Zamboni – una delle Mamme No Pfas che combattono per avere verità e giustizia in Veneto, dove c’è l’epicentro della contaminazione italiana – l’ha vista e mi ha contattato invitandomi ad occuparmi dei Pfas che hanno avvelenato l’acqua di acquedotto e di pozzo. Acqua che la gente si è bevuta per anni, assieme alle bugie distribuite a piene mani ad un popolo che oggi ha smesso di fidarsi. Aggiungo che il problema Pfas riguarda tutti perché queste sostanze sono finite nella filiera alimentare, nel cibo che mangiamo.

⁃ Da quanto tempo cerchi di diffondere e far conoscere queste problematiche a più persone possibili?

Dal 2012, quando con il collega Iacopo Valenti ho scritto “La farfalla avvelenata”, un libro inchiesta sul traffico di rifiuti industriali, che partivano dal centro e nord  Italia per essere stoccati nel “magico Trentino”. Come dicevo, nella mia narrazione c’è stata una forte evoluzione. Ne “La farfalla avvelenata” ci si incazza e si piange. Nel docuromanzo “Le insospettabili che rapirono Salvini” ci si incazza anche di più, ma si ride anche parecchio. Invito le lettrici e i lettori a farsi conquistare dalle quattro sgangherate rapitrici e dal loro humor.

⁃ Com’è nata l’idea del tuo libro? Parlaci un po’ della nascita della tua pubblicazione.

C’era la voglia di raggiungere quei lettori che hanno voglia di leggerezza e, allo stesso tempo, di scoprire qualcosa di nuovo, importante. Chi legge la storia delle insospettabili si diverte, ride, sorride e pensa. Il libro, nato anche grazie a tante consulenze femminili (ci tengo a citare in particolare Michela Zamboni, Chiara Brigato, Michela Tamburini e Ambra Visentin), è un mezzo leggero per trasportare materiale pesante.

⁃ Il tuo docu-romanzo è molto dettagliato, quante ricerche hai dovuto affrontare? E quanto tempo hai impiegato per la stesura del libro?

Difficile rispondere in merito al tempo impiegato. Mesi… calcolando che ho scritto soprattutto di notte e nel tempo libero. Non ho mai smesso di occuparmi di certe questioni. Ognuno di noi ha delle perversioni. Io ho questa (ride). Le informazioni? Quelle vengono da documenti ufficiali e dai report giornalistici.

⁃ Visto il tema trattato e il nome di un famoso politico italiano all’interno del tuo libro, hai riscontrato difficoltà o impedimenti durante la pubblicazione?

Ho incontrato “resistenze” quando mi sono proposto alle case editrici ma poi ho trovato Terra Nuova Edizioni, che ha colto il potenziale di un romanzo anomalo, il potere della commedia, delle risate. La leggerezza aiuta ad arrivare lontano. Poi c’è il sostegno dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo (dei 15 euro del prezzo dicopertina, uno va al’Atlante). C’è da dire che quando il libro stava per arrivare in libreria (si trova anche online) Matteo Salvini – senza averlo letto, per la vecchia regola del “purché se ne parli” – lo ha condiviso sui suoi social e poi la notizia è rimbalzata su “Propaganda Live” (La7). Pochi giorni fa ho fatto un’ “imboscata” al leader della Lega e glielo ho consegnato di persona. 

Salvini non è il colpevole della contaminazione da Pfas o , se vogliamo, è colpevole come tutta la politica italiana che non ha tutelato salute e ambiente. La sua “colpa” è quella di essere il politico più noto, quello che le quattro insospettabili conoscono, anche se non seguono la politica.

⁃ Spiegaci in breve cosa vorresti trasmettere e “scatenare” in chi legge il tuo docu-romanzo.

Risate e consapevolezza. Solo se si sa cosa ci stanno facendo possiamo pensare di trovare una soluzione.

⁃ Secondo il tuo parere, ognuno di noi come dovrebbe agire e cosa dovrebbe fare per “risolvere” le problematiche ambientali che tratti nel tuo libro?

Esiste una cosa magica che si chiama “diritto di voto”. Poi esiste la libertà di informarsi e di far sapere ai decisori, alle cosiddette “autorità ” – che poi è gente pagata (spesso profumatamente) in questo caso per controllare, per tutelare la nostra salute, il nostro ambiente e quindi la nostra vita – che noi stiamo controllando loro, che sono “osservati speciali” e che devono fare il loro dovere.

⁃ Cosa vorresti anticipare a chi sta per iniziare la lettura del tuo libro?

Niente o quasi… per non togliere divertimento a chi vuole scoprire le insospettabili.  Ci sono tanti colpi di scena, un racconto on the road e quattro donne pazze e senza filtri, pronte a tutto… Ah, c’è pure una suora, insospettabile, ovviamente.

Per l’acquisto del libro di questo autore, o per maggiori informazioni, potete trovare tutto quanto sui principali store del web e, nel mio articolo di qualche giorno fa, potete trovare trama e recensione.

Buona lettura!

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