Simonetta Corrado
Radicata nel mare, quello di Brindisi, dove è nata, attualmente vive e prospera a Verona.
Copywriter di lungo corso, ha lavorato fra Milano e Roma per agenzie multinazionali e vari brand. A Verona lavora,insieme ad altri due professionisti, con cui ha fondato The Intrepidi, l’agenzia/non-agenzia per clienti veri, una realtà che supera la fantasia. La sua professione è una continua palestra per la sua passione cioè la scrittura, non meno degli incontri con variegati esponenti del genere umano, dal vivo e sulla carta.
Ha un marito, un figlio e un cane, in ordine sparso.
“Donne Private” è il suo primo libro.
Successivamente ha pubblicato la trilogia “Presente”.

Ma ora conosciamolo meglio tramite questa breve intervista.
Riporto di seguito le sue risposte senza modifiche, tagli o aggiunte da me apportate.
⁃ Per iniziare, c’è qualcosa di te, del tuo carattere, delle tue passioni che ti piacerebbe condividere con noi?
La prima che mi viene in mente e che condiziona la mia scrittura, oltre che la mia vita, è la totale mancanza di disciplina. Sono disorganizzata, disordinata, a volte dispersiva. Sono insofferente alle abitudini, quindi salto di palo in frasca. Ciò nonostante e per mia fortuna, ci sono anche momenti in cui raccolgo le idee, le energie e porto a compimento il magma di spunti. Con pazienza, i miei tempi e metodi poco ortodossi. Tutto questo, in “armonia” con la professione di copywriter e consulente di comunicazione per le aziende, un figlio, un marito, un cane, la passione per la lettura, la musica (strimpello il piano), la natura, il mare, le chiacchiere con gli amici e innumerevoli progetti strampalati.
⁃ Esistono uno o più libri o scrittori che hanno avuto una grande influenza nella tua vita?
Difficile scegliere chi lasciare fuori… Calvino, Buzzati, Pirandello, Merini, Bronte, Alan Bennett, Marcelo Marchesi, Austen e Auster, Carver, Hoellbecq, Ferrante, Munro, Queneau, McEwan, Carrisi, Stephen King e anche Khrishamurti… e chissà chi ho tralasciato… poi ci sono i libri indimenticabili (per me) come Il Giardino di Cemento, Alta Fedeltà, Le memorie di Adriano, Stoner, I nove racconti di Salinger, Trilogia della Città di K, Middlesex, Tre Piani, IT di King, la Divina Commedia… Leggo molto, a volte sono un po’ bulimica, “smozzico” e divoro libri, talvolta in contemporanea, sparsi un po’ dappertutto. Sto leggendo anche autori emergenti e autrici dimenticate o poco ricordate.
⁃ Per quanto riguarda la lettura quali generi preferisci leggere? E c’è un libro che ha lasciato il segno nella tua vita?
Leggo davvero di tutto, non scelgo mai in base al genere, parola che mi fa rabbrividire. Amo l’introspezione, lo spessore psicologico dei personaggi, le strutture narrative composite e a incastro, il finale mai prevedibile o scontato, lo humor e il paradosso, ma quelle sono caratteristiche trasversali. Mi rendo conto che con il tempo sono diventata più esigente, mai snob, la curiosità è intatta. Solo che se prima mi facevo scrupoli a lasciare un libro a metà, ora, se non mi prende entro le prime 50 pagine, avanti il prossimo. Leggere è fondamentale non solo per scrivere meglio, come ci dicevano a scuola, ma anche per diventare consapevoli, per confrontarsi amichevolmente con autori e libri. Si diceva anche che per imparare il tennis è beneficare con quelli più bravi di noi, no? Inoltre, anche per ridimensionare l’idea della propria originalità. Se si scrive qualcosa che già stato detto e scritto da altri meglio saperlo. Un pizzico e più di umiltà, senza farsi schiacciare dalla grandezza (presunta o reale) degli altri. E così si scoprono anche i “casi”, cioè quei libri o poco conosciuti o eccessivamente e inspiegabilmente osannati. Si impara tanto, leggendo. Ascolto anche gli audiolibri, mi permettono di fare altro continuando a leggere! Anche passare l’aspirapolvere o restare imbottigliati nel traffico possono trasformarsi in esperienze meravigliose. Un libro cult per me è FOLLIA di McGrath. Letto, riletto, sempre sul comodino. Perfetto in ogni accezione possibile. Meglio però che passiamo subito alla prossima domanda, potrei ripensarci!
⁃ Quando e come ti sei avvicinata alla scrittura?
Ho sempre avuto molta fantasia, ho trovato naturalmente nella scrittura il mezzo espressivo più congeniale. Nutrita da tante letture, passione per altre forme d’arte, da annotazioni, dall’osservazione, dal dialogo e dall’ascolto degli altri. Soprattutto per quello che tacciono. Il non detto è un ottimo innesco per le storie.
La mia professione è da sempre un’ottima palestra per la scrittura. Ho dei tempi, spesso brevissimi, da rispettare, una metrica limitata da esigenze di sintesi e impatto, ma proprio tutto questo è un grande stimolo a limare, lavorare sul testo con grande cura e attenzione, partendo dal contenuto e spaziando fra stile e forma. E poi, la frustrazione, altro ingrediente: non sempre il cliente apprezza o approva, anzi, spesso bisogna rilavorare. Questo può abbatterti in un primo momento, ma poi diventa un impulso formidabile a fare meglio.

⁃ L’idea e le tematiche del tuo libro sono molto importanti, parlaci un po’ della nascita della tua pubblicazione.
Circa quattro anni fa, dopo l’uscita del mio primo libro, “DONNE PRIVATE-12 ritratti su carta”, ho cominciato a riflettere sul tema della distanza. La viva sensazione che in un mondo sempre più connesso, accelerato, misurabile, programmabile, crescessero di fatto la separazione fra le persone, la paura dell’altro, la cruda divisione in fazioni, il disagio interiore, costruendo confini apparentemente invalicabili. Un paradosso sempre più tangibile. A questo spunto iniziale si è innestato un vissuto personale, il sentirmi sempre un po’ esule e nomade: ho cambiato spesso casa e città, ho incontrato molte persone e alcuni fra i miei più cari amici vivono a migliaia di chilometri da me e in diverse località. Ho messo su carta il desiderio di accorciare le distanze, non solo fisiche ovviamente. Una necessità, anzi un’urgenza dell’incontro di persona, senza agende e appuntamenti, di conversazioni “non sottotitolate”, di ritrovarsi, ritrovando se stessi. Quanto avvenuto successivamente, in questi ultimi due anni, ha confermato quella percezione così intensa, uno specchio inquietante di quanto ci siamo allontanati da noi stessi e dall’anima del mondo. PRESENTE fa appello a quel qui e ora da ritrovare e condividere. E a quel dono prezioso e unico che è ogni istante e ogni incontro. Scrivere una lettera a mano, tenere un diario, come fa Anita, sono gesti controcorrente e coraggiosi in un’epoca in cui tutto sembra consumarsi troppo velocemente.

⁃ La tua è una storia che stimola la riflessione, cosa vorresti far arrivare o trasmettere a chi legge il tuo libro?
Ci sono molti livelli di lettura. Prima di tutto un omaggio all’amicizia, per me un valore sacro, sentimento e legame puro, espressione di amore libero. Un altro tema, come accennato, è quello della riconnessione: a se stessi, prima di tutto, alla propria autenticità, agli altri, alla natura. E non può che essere un rallentamento per prendersi il tempo di respirare in armonia. Questo ci permette di “far pace” anche e soprattutto con le parti di noi e degli altri che giudichiamo impresentabili, scomode e che occultiamo o rimuoviamo. Un percorso, un viaggio, come quello della protagonista, che invita all’evoluzione, all’accettazione. Spesso, ciò che consideriamo “brutto” è il nostro miglior alleato. Basta riconoscerlo e amarlo. O almeno provare a creare una relazione. Il giudizio è oggi più che mai una lama che divide e separa.
Infine, un tema molto importante è quello della morte…Qualcuno avrà già i brividi! In verità credo che sia la vera “grande sepolta” nella nostra cultura. In altre epoche e civiltà più remote, la morte era considerata e celebrata al pari della vita. Viviamo in un periodo in cui il morire è tabù: come se fossimo eterni come macchine. Così, quando poi “ci guastiamo”, finisce che non sappiamo cosa fare, soffriamo moltissimo, cerchiamo palliativi, tamponiamo. Bisognerebbe comprendere che si muore in continuazione, che non ci sono inizi senza finali e viceversa. Che la vita è un dono ma anche un passaggio. Smettere di classificare e discriminare in brutto, bello, buono e cattivo, insomma secondo modelli artificiosi è un bel passo!

⁃ Perché hai deciso di rendere la tua storia una trilogia?
Dalla pubblicazione del mio libro precedente è successa una cosa bellissima: fra presentazioni e passaparola ho instaurato una relazione diretta con le lettrici e i lettori. Ovviamente, molti di loro attendevano novità. Ho cercato di “non ascoltarli”, di non farmi prendere dall’ansia da prestazione, ma allo stesso tempo ci tenevo che fossero davvero coinvolti in tempo reale anche nella narrazione in sè.
Il romanzo era ultimato in un’unico volume. Poiché sono anche editore di me stessa, ho scelto di rilasciarlo come una serie, a puntate, sia per gestire al meglio e garantire qualità alla pubblicazione, sia per mantenere vivo il legame con chi mi legge. Una mattina mi sono svegliata e ho pensato: “Questa storia, questi tre incontri, meritano di essere assaporati”. In effetti la struttura narrativa e il messaggio si prestano egregiamente a questa modalità. Una storia nella storia in cui immergersi, senza fretta. Fra l’altro, chi mi segue e chi inizia ora non ha battuto ciglio, anzi, dai messaggi affettuosi, dalle domande partecipi e dalle recensioni incoraggianti, il coinvolgimento è stato e continua a essere entusiasta.
Fra l’altro, ho anche creato “Il taccuino PRESENTE”, un piccolo quaderno per annotare pensieri, riflessioni, idee, per scatenare la scrittura…perché so che fra i miei lettori e non solo ci sono poetesse, scrittori, persone creative. E molti non sanno neppure di esserlo, magari hanno bisogno di un incoraggiamento.
⁃ Hai trovato difficoltà durante la scrittura o nella fase di pubblicazione?
Dall’idea alla stesura definitiva (che poi non lo è mai!) è un bel tour. Scrivere non è facile ma è semplice. Anche senza un cosiddetto metodo, come predicano alcuni. Per me è relazione intima e quotidiana. La vera “fatica letteraria” per quanto mi riguarda è pubblicare, perché mi devo far carico di molti aspetti. Come per il precedente libro, anche per la trilogia PRESENTE mi sono armata di pazienza e ho inviato il manoscritto a molte case editrici. Alcune delle quali erano fra quelle che mi avevano risposto dopo che avevo pubblicato il primo, dicendosi interessate. Dopo lunghe attese e nessuna risposta, ho scelto di portare avanti la pubblicazione autonomamente. Naturalmente mi sono avvalsa di collaborazioni professionali per l’editing, l’impaginazione, la linea editoriale e la copertina, proprio perché, da lettrice esigente, sono consapevole di quanto la qualità faccia la differenza. Ringrazio Giovanni Zardini per il design editoriale dei miei libri. Sicuramente le mie esperienze nella comunicazione mi aiutano a tenere le fila e ad affrontare questa impresa. Aggiungo che ho scartato gli editori a pagamento, fra i più celeri e pronti a rispondere; non ho nulla contro chi sceglie questo canale, ma credo che un’opera valga già di per se e che non sia corretto far pagare un autore, se si crede davvero in quello che propone. Detto questo, se c’è una casa editrice interessata (e non a pagamento) io ci sono!
Un’altra delle parti più impegnative è promuovere la propria opera, farsi conoscere, ampliare la propria cerchia di lettori. Nel mio caso, come anche di molti autori mi trovo anche ad abbattere con i fatti un pregiudizio tutto nostrano sull’autopubblicazione (all’estero sono più avanti). C’è chi pensa che penalizzi l’editoria tradizionale, oppure che implichi tout court una scarsa qualità…quante ne ho sentite e ne sento! Questo comporta nei fatti molte porte chiuse senza appello sia in manifestazioni dedicate all’editoria che persino di alcune librerie. Considerati i casi di scrittori celebri che si sono autopubblicati in passato, o di autori contemporanei che addirittura hanno sciolto i contratti con l’editore per solcare questo percorso, direi che è un’ulteriore conferma che alla diffidenza spesso si accompagna la scarsa conoscenza per on dire ignoranza…
Malgrado o in virtù di tutto questo, posso dire e riconosco di aver trovato per contro molte persone illuminate e spregiudicate, curiose e aperte, che oltre ad apprezzare la mia opera, mi sostengono e mi seguono con entusiasmo. Se leggete i lunghissimi ringraziamenti alla fine dei miei libri ve ne farete un’idea…
⁃ Cosa si prova a vedere pubblicato un proprio libro?
Considerato anche l’impegno da “editore”, una soddisfazione immensa. E certo, una grande stanchezza! Curando ogni dettaglio (e non si finirebbe mai) non si può mai dire un lavoro compiuto. Rileggendo ci si mette sempre in discussione, passa del tempo e “quella di oggi” scriverebbe diversamente alcune cose. Ma nell’insieme sono felice, anche dell’imperfezione che rende tutto perfetto così. Uno stimolo a fare meglio, a non adagiarsi, a continuare a crescere e anche a cambiare. A scambiare idee con altri scrittori, imparando da tutti. Presentare i propri libri in pubblico, ricevere messaggi, recensioni, riflessioni, pareri contrastanti, sapere che chi legge si ritrova anche solo in una riga è un’emozione che ripaga e ricarica. Detto questo, come dico sempre, io lavoro e scrivo in cucina, da sola. E sono il lettore più severo.
⁃ Hai altri progetti in vista? Magari altri libri o altro sempre collegato alla scrittura?
Intanto, sto facendo tradurre tutti i miei libri in inglese. Pubblicare su amazon e altri canali è una grande responsabilità ma comporta una grande libertà. E potenzialmente si ha un bacino di distribuzione molto ampio. I miei libri in italiano sono letti anche in altri paesi, quindi mi piace permettergli di “viaggiare” ancora di più. E, sempre per raggiungere ogni tipo di lettore, sto trasformando i miei libri in audiolibri, il primo è appena uscito, tratto da “Donne Private”, 12 racconti che si sposano a meraviglia con questa esperienza di lettura, innovativa nella tecnologia, ma antica nei fatti. Ed inclusiva e accessibile davvero per tutti. Approfitto per ringraziare la narratrice Cinzia Corallini, oltre che splendida voce e interpretazione, anche una professionista sensibile e completa, una collaborazione (e amicizia nata in seguito) davvero preziosa.
Aggiungo che sono giurata del Premio Letterario “La città della Letteratura”, scadenza 31 marzo 2023. Vi invito a partecipare.
Ovviamente, nel mentre di tutto, continuo a scrivere…
⁃ Ci sono dei consigli che vorresti dare ad aspiranti scrittori/scrittrici?
Sorrido sempre per questa domanda. A parte che sui social e un po’ ovunque ci sono bravissimi autori e writer coach che offrono consigli e affiancamento a scrittori emergenti. In genere, fra i miei contatti e conoscenze è capitato di offrire supporto per quelle che sono le mie esperienze soprattutto per il selfpublishing. Per la scrittura, io mi sento sempre una novellina. Il mio approccio è questo. Non dare per scontata la tua scrittura, anche e soprattutto quando piace agli altri. Scrivi come se non ci fosse un domani. Torna bambin*, non tanto per lo stile, quello viene dopo. Siediti davanti a un foglio bianco, o a uno schermo e divertiti. Non pensare troppo a chi leggerà, scrivere e pubblicare sono due cose diverse. Lascia l’ego a dormire. Risveglia i ricordi, i sogni, i desideri, le emozioni, anche e soprattutto quelle più scomode. “Gioca a”, diventa qualcun altro, prova a immaginare cosa proverebbe il “cattivo” di turno. Io appunto ovunque e di tutto anche frammenti di frasi, incipit, mini storie, poesie. Poi rileggo e scopro cosa diventeranno da grandi. Accetta la frustrazione di non sapere dove vai a parare. Segui l’intuito e scappa dai luoghi comuni, linguistici e di pensiero. Anche quando diventerai famos*, torna sempre a giocare.
⁃ C’è altro che vorresti aggiungere o di cui vorresti parlarci?
Molto, ma mi taccio. Lo leggerete nei prossimi libri. Grazie Debbie Soncini e grazie a tutte e tutti voi.

Per l’acquisto dei libri o audiolibro di questa autrice, o per maggiori informazioni, potete trovare tutto quanto sui principali store del web e, nel mio articolo di qualche settimana fa, potete trovare trama e recensione della trilogia “Presente” (in arrivo nelle prossime settimane anche la recensione di “Donne Private”).
Buona lettura!