Intervista all’autore Marco Gentili

Marco Gentili nasce da una famiglia come tante, in una Roma stanca degli anni ottanta.

“I miei genitori cercano di farmi comprendere le mie attitudini verso un indirizzo classico, mentre invece scelgo la strada degli studi di ragioneria per arrivare prima alla meta ambita di un lavoro che possa pagarmi e permettermi di vivere. Coltivo le passioni verso il cinema e la lettura, leggendo i classici del novecento, permeato dalla musica di maestri moderni e passati alla storia e rimanendo ammaliato dalle tecniche narrative di artisti come Christopher Nolan o Ezio Bosso. Perché qualunque sia l’arte o l’opera in questione, si tratta sempre di storie che si prestano per essere viste, ascoltate o toccate. E da sempre, ho voluto e cercato il modo per raccontare le storie che avevo dentro e che finalmente, ho lasciato trovassero il loro spazio in questa vita.”

Ma ora conosciamolo meglio tramite questa breve intervista.
Riporto di seguito le sue risposte senza modifiche, tagli o aggiunte da me apportate.

⁃ Per iniziare, c’è qualcosa di te, del tuo carattere, delle tue passioni che ti piacerebbe condividere con noi?

Sicuramente c’è tanto di me nelle passioni e nel carattere di tanti protagonisti di questa storia, che amo sempre chiamare “viaggio”. La musica è l’elemento permeante che mi anima dal nulla in qualsiasi cosa io faccia. Lo scrivere stesso; se non avessi certe note, o strumenti, nella testa e nel cuore, non uscirebbe fuori nulla. Quindi penso che sopra ogni cosa, la musica rappresenti l’interruttore che mi accende l’anima e che inizia a proiettare davanti ai miei occhi le immagini, che io non faccio altro se non provare a descrivere in maniera attenta. Un gesto, un lieve movimento, l’indicare una mano destra piuttosto di una smorfia con l’occhio sinistro. Tutto nasce dal “vedere” quello che la musica mi mostra. 

E poi ovviamente la passione per il cinema ha inciso tanto nella maniera in cui “vedo” e mi emoziono.

⁃ Esistono uno o più libri o scrittori che hanno avuto una grande influenza nella tua vita?

Su tutti uno, senza il quale non avrei mai trovato il coraggio o seguito il desiderio di scrivere. Carlos Ruiz Zafon è stata la scintilla che mi ha letteralmente dato lo “schiaffo” in grado di accendermi, credo, per il resto dei miei giorni. 

Un maestro che mi ha mostrato la maniera in cui avrei sempre voluto leggere e anche scrivere. Quel “vedere” oltre le pagine di carta, nascere e muoversi dei personaggi di cui avresti continuato a parlare e che avrebbero continuato a vivere accanto a te, e che con il tempo, avresti sempre voluto tornare ad incontrare con una ennesima rilettura dei suoi romanzi. 

Se poi devo citarne un altro a cui mi sento particolarmente legato, è sicuramente Scott Fitzgerald, la cui tecnica e amore, nel mettere le parole l’una accanto all’altra, gli permettevano di creare una prosa simile a un componimento musicale degno di Beethoven.

⁃ Per quanto riguarda la lettura c’è un libro che ha lasciato il segno nella tua vita?

Il Gioco dell’Angelo di Zafon. Un graffio nell’anima. Un’antologia di anime che mi accende di continuo la voglia e l’amore verso la scrittura e la lettura.

⁃ Quando e come ti sei avvicinata alla scrittura?

Il desiderio c’era da tanto. Ma la storia vera inizia una mattina, vedendo su Instagram un post dell’attore Alessio Boni, che ammiro e stimo, mentre leggeva un brano di Neruda, il mio poeta preferito. Ecco, nel panorama del cinema italiano, due sono gli attori italiani che mi hanno sempre interessato e coinvolto emotivamente. L’altro, è Marco Giallini. 

E mentre ascoltavo e vedevo recitare quella poesia da Alessio Boni, per un attimo ho pensato a come non ricordassi di averli mai visti recitare insieme in uno stesso film. E così nasce il pensiero folle che sentivo sussurarmi dentro ” perché non la scrivi tu questa storia su due personaggi come loro” ? Ho preso il diario che avevo in quel momento dove appuntavo pensieri e altre cose, e ho iniziato a immaginare l’inizio di questa storia che con il tempo ho scoperto chiamarsi Crisalide. 

⁃ Parlaci un po’ dell’idea e della nascita della tua pubblicazione.

All’inizio doveva essere la storia di due amici che si sarebbero incontrati per tre volte in tre diversi ristoranti, a parlare delle loro vite, dei loro sbagli, dei rimpianti e delle speranze. E in questo modo avremmo scoperto le loro esistenze comuni a quelle di tante persone. Invece poi Crisalide è come uscito dalla pietra, e ho iniziato ad amare in maniera sconfinata i personaggi femminili che apparivano in secondo piano, e che pagina dopo pagina si sono presi la scena affermandosi come le vere colonne sulle quali quei due apparenti protagonisti uomini, vivevano la loro storia. 

Crisalide non sarebbe stato quello che è diventato senza la forza di Giulia o il coraggio di Alessia; la speranza incondizionata di Livia e la passione di Claudia. E poi ci sono Amelia e Lucrezia che in maniera diversa raccontano la perdita e la voglia di non arrendersi mai. Mentre per ultima lascio Evenstar, o Eve, come ho amato chiamarla, forse la speranza più grande di un uomo come Diego, che vede in lei “la parte di vita” che non si è mai avverata ma che non ha mai abbandonato.

⁃ Il tuo romanzo stimola la riflessione, cosa vorresti far arrivare o trasmettere a chi legge il tuo libro?

C’è tutta una prima parte fatta dal primo e dal secondo atto, dove l’intento è quello di far vivere al lettore un viaggio nella mente e nei labirinti di un uomo fragile e ferito come Diego. L’immagine che ho sempre vista sia di lui che di Alessandro, è quella di un reduce di guerra, che ha visto e fatto cose che hanno lasciato dei segni profondi. E queste cose, sono gli sbagli che ci troviamo a fare in tanti nella vita di tutti i giorni. Tradiamo, mentiamo, e restiamo vittime dei nostri errori. Poi alcuni riescono ad andare avanti. Altri fanno più fatica perché sono più fragili o perché le cicatrici fanno fatica a rimarginarsi. O più semplicemente perché quelle stesse cicatrici diventano l’unica cosa capace di avvicinarci a quello che abbiamo perso, e finiamo quasi con il desiderare di stare male pur di tornare vicino a quello che non abbiamo più. 

Nella seconda parte invece, il terzo atto, c’è quello che io definisco “il romanzo vero”. Una storia d’amore e la rivelazione dell’inganno di cui il lettore non si era nemmeno accorto fino a quel punto del viaggio. 

⁃ Hai trovato qualche difficoltà durante la scrittura o nella fase di pubblicazione?

La scrittura è stata come ammirare una cascata d’acqua che sembrava non arrestarsi mai. Non ho vissuto momenti in cui non sapevo come andare avanti, perché come ho detto prima, io mi limitavo a raccontare quello che “vedevo”. E così come non si può impedire alla vita di andare avanti giorno dopo giorno, non c’era modo di non fermarsi a raccontare degli inganni di Diego o dei rimpianti di Alessandro, o degli incontri e dei ricordi di Giulia. 

La pubblicazione invece è una questione della quale non ho molto piacere a parlare perché non conosco la realtà nel resto del mondo. Ma l’industria editoriale nel nostro paese ha chiaramente fatto la scelta di andare dietro agli pseudo libri dei personaggi per così dire “famigerati”, piuttosto che seguire quella che sarebbe la sua vera vocazione. Ossia raccontare storie e portarle a conoscere alle persone che di storie e di vita sono sempre affamate. Storie capaci di salvare anche vite e di versare miele sulle ferite di chi non sa come raccontarsi, e riesce a comprendersi attraverso le parole degli altri. E in questo modo, si riesce anche a salvarsi da soli, evitando di perdersi e di non ritrovarsi più.

⁃ Scrivere ti ha aiutato, a livello personale, in qualche modo?

A trovare me stesso e a riconoscere quale sia la bellezza intorno alla quale voler creare il mio mondo e il futuro che ho immaginato per me.

⁃ Cosa si prova a vedere pubblicato un proprio lavoro?

Nel mio caso l’emozione più grande è rappresentata da tutte le volte in cui una persona che ha compiuto il “viaggio” scoprendo la mia storia, me ne parla e mi racconta dei miei…”amici”, come li chiamo io. C’è stato chi mi ha confessato che avrebbe voluto conoscere Diego o chi si è innamorato di Giulia. Ecco, quello, è il momento in cui sento il cuore sorridere e mi emoziono attraverso le parole degli altri. MI ricordo sempre Gigi Proietti quando doveva interrompere gli applausi del pubblico per andare avanti nello spettacolo, e diceva scusandosi ” noi ce campamo co’ ste cose” riferendosi all’affetto della gente. E’ così. Io vivo l’emozione e mi emoziono se le persone mi raccontano di aver ricevuto o di aver provato qualcosa leggendo quanto ho scritto. Il resto diventa solo un piacevole contorno. 

⁃ Hai in previsione di pubblicare altri libri?

Ho definito i romanzi di Zafon un’antologia di anime. Di sicuro sono consapevole che non smetterò di “incontrare” i miei amici in altre pagine dove la loro vita e i loro percorsi avranno ancora tanto da raccontare e da emozionare.

⁃ Ci sono dei consigli che vorresti dare a chi ti sta leggendo?

Non è un consiglio perché ogni storia è diversa negli occhi e nel cuore di chi la incontra. L’unica cosa che mi è piaciuto fare, è stata l’appendice nr.2 alla fine del libro, in cui ho svelato la musica che ascoltavo durante la scrittura di ogni capitolo. Quello può diventare il modo di scoprire Crisalide così come è nata dalla roccia. Esattamente come le sculture di Michelangelo, che lui stesso diceva “esistessero già prima” ma che con lo scalpello non faceva altro che portare alla luce. Il mio scalpello sono state le note del maestro Ezio Bosso e di altri artisti di vario genere, che mi hanno aiutato in questo mio viaggio. 

Per il resto, Crisalide è una storia per la quale serve solo scegliere di abbandonarsi e di abbandonare la propria anima esattamente come se si salisse a bordo di una nave per chissà quali mari. La scoperta più emozionante, sarà l’aver vissuto quei momenti come si fosse riusciti ad essere presenti insieme ai protagonisti nelle loro stesse avventure.

⁃ C’è altro che vorresti aggiungere?

Soltanto un Grazie sincero a chi come te, cerca di svelare storie come questa, che molto probabilmente, non sarebbero riuscite a farsi spazio e non sarebbero mai arrivate a chi invece ama leggere e scoprire come nel mondo, esista qualcosa che vada oltre il racconto insipido creato solo per arricchire le tasche e impoverire gli animi e i cuori delle persone.

Per l’acquisto del libro di questo autore, o per maggiori informazioni, potete trovare tutto quanto sui principali store del web e, nel mio articolo di qualche settimana fa, potete trovare trama e recensione.

Buona lettura!

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