Gianvito Cirami nasce a Varese nel 1984. Dopo un’infanzia in cui ha conosciuto i classici di Omero, va al Liceo Classico, dove diventa un gran lettore di fantasy e fantascienza. Finisce quasi per caso a fare il cuoco, suo mestiere attuale, e dopo molti anni da lettore, si cimenta nel romanzo di fantascienza cyberpunk Amazònia, pubblicato nel 2022.

Ma ora conosciamolo meglio tramite questa breve intervista.
Riporto di seguito le sue risposte senza modifiche, tagli o aggiunte da me apportate.
⁃ Per iniziare, c’è qualcosa di te, del tuo carattere, delle tue passioni o della tua vita che ti piacerebbe condividere con noi?
Ciao, sono Gianvito e faccio il cuoco, quando non scrivo. Ho molte passioni, sono una di quelle persone che riuscirebbe a riempire le proprie giornate anche su un’isola deserta e che probabilmente non si annoierà in pensione. Tra i miei interessi ci sono: leggere, scrivere, videogiochi e cinema, da cui prendo molti spunti, suonare la chitarra e il powerlifting. Sono introverso di natura, ma quando si tratta di un argomento che mi appassiona, si rompono gli argini e arrivo a essere logorroico.
Sulla mia vita posso dire che finora mi ha sempre stupito, quasi sempre i miei progetti sono finiti diversamente dal previsto, e mi sono ritrovato in molti posti che non avrei pensato di raggiungere.
⁃ Esistono uno o più libri o scrittori che hanno avuto una grande influenza nella tua vita?
A livello di influenze adolescenziali, sicuramente tutto il blocco dei fantasy che va dal Signore degli anelli ai suoi derivati, fino alle Cronache del ghiaccio e del fuoco di Martin. Crescendo ho iniziato ad amare di più la fantascienza, sono un patito di Dick, di cui amo soprattutto A scanner darkly, e della saga de La torre nera di King, in cui trovo temi molto profondi, come amicizia, tradimento e il filo sottile che distingue giusto e sbagliato. 1984 è un monito sul tema del libero arbitrio e del controllo di massa.
⁃ Per quanto riguarda la lettura quali generi preferisci leggere?
A livello di fantasy, attualmente, amo tutto ciò che va a pescare dal mitologico, come The Witcher, American Gods e simili, ci trovo temi interessanti, come le paure, i pregiudizi e il subconscio umani. Nella fantascienza, amo tutto quello che parte da basi verosimili e cerca di immaginare come alcune tecnologie si evolveranno. I temi del cyberpunk, delle modifiche genetiche, delle intelligenze artificiali e del transumanesimo in generale mi appassionano e sono sempre stato affascinato dal modo in cui alcuni autori sembrano aver previsto i mutamenti nel mondo e nei nostri modi di vivere.
⁃ Quando e come è nata la tua passione per la scrittura?
In realtà non ho scritto molto più che diari, brevi racconti, e un libro-game, prima di Amazònia, ma avevo molte idee in testa che volevano essere messe per iscritto. Durante il lockdown ho recuperato parte del mio tempo libero, dato che in periodi di lavoro ne ho davvero poco, e mi sono detto che era il momento di provare a scrivere qualcosa di più ambizioso.

⁃ Com’è nata l’idea del tuo libro? Parlaci un po’ della nascita della tua pubblicazione.
È nata durante il lockdown, quando ho avuto tempo di riprendere un po’ in mano la mia vita e di seguire le mie passioni. Era un periodo in cui seguivo molta divulgazione scientifica, tra cui l’astrofisica, con Adrian Fartade, su youtube. È anche colpa sua se mi è venuta voglia di scrivere di un pianeta lontano (che effettivamente esiste), tutto da inventare e popolare. Ho avuto anche il tempo di giocare Cyberpunk 2077, che mi ha messo nella giusta atmosfera per il substrato cyberpunk.
Di sicuro c’è dentro anche un certo immaginario che amo nella narrazione in generale, dal pulp di tarantino, al noir di Altered Carbon e delle opere Cyberpunk, che mischiano molti elementi occidentali e orientali, citando molti classici. L’avventura in stile Indiana Jones. Inoltre mi sembrava molto interessante il tema dell’esplorazione spaziale, in un periodo in cui le problematiche di sostenibilità della vita sulla terra sono molto discusse. Sul tema delle intelligenze artificiali sembra che sia arrivato col tempismo perfetto.
⁃ Quanto tempo è passato dall’idea del libro alla sua pubblicazione?
Circa un anno e mezzo, tra le prime idee, l’organizzazione, la riscrittura e l’editing, un piccolo parto. Credo che a ogni rilettura si modificherebbe qualcosa, all’infinito, ma a un certo punto bisogna cercare di essere soddisfatti del testo e pensare che sia la versione definitiva. È strano vederlo stampato per la prima volta e rileggerlo senza metterci mano.
⁃ Parlaci un po’ dell’ambientazione del tuo romanzo.
Amazònia è il nome dato al pianeta kepler-442b, una superterra lontana molti anni luce da noi. Viene colonizzata da una nave arca della corporazione GeneSys, specializzata in ricerche genetiche, secoli dopo il tracollo di Vecchia Terra. GeneSys cerca di instaurare una tecnocrazia ideale, incentrata sul progresso al servizio dell’umanità, in cui ogni persona è ingegnerizzata geneticamente per avere un ruolo o un mestiere predefinito alla nascita, per massimizzarne le competenze. In questo contesto, il libero arbitrio avrà la meglio e gran parte della popolazione cercherà di forgiare il proprio destino personale, tra mille difficoltà e senza gli aiuti della Corporazione, necessari su un pianeta molto ostile e selvaggio rispetto a Terra.
Aggiungiamo intrighi di corte tra gli undici che governano il pianeta, una operativa mutante che scopre un potente tempio alieno insieme a due mercenari, una ragazzina telepatica e intelligenze artificiali fuori controllo, e abbiamo la ricetta per un’avventura frenetica.
⁃ Il tuo libro avrà un seguito. Puoi anticiparci qualcosa?
In Discordia, cercherò di approfondire molto di più i misteri del pianeta e della razza che lo popolava. Raiki, comprimaria nel primo libro, avrà un ruolo fondamentale. Cercherò inoltre di approfondire ulteriormente la psicologia dei personaggi e i rapporti che li legano, mentre diverse linee narrative si intrecceranno in una vicenda molto ampia che risolverà alcuni punti, per creare molte altre questioni aperte. Ci sarà un finale col botto, letteralmente.
⁃ Ci sono dei consigli che vorresti dare ad aspiranti scrittori/scrittrici? O a chi sta leggendo questa intervista?
Da persona che è in questo mondo da poco e che sta conoscendo moltissime persone che sono veterani di questo ambito, mi sono fatto alcune idee. Studiate molto, manuali di narratologia, scrittori di successo. Leggete molto, traete le vostre conclusioni e trovate il vostro stile. Scrivete sempre un po’, fa la differenza tra scrivere nulla o molto alla fine di un anno, permette di creare un ritmo di lavoro e restare sul pezzo. Fate leggere la vostra roba a beta reader fuori dalla vostra sfera di conoscenza, lettori forti del genere che scrivete, e prendete le critiche lucidamente e con umiltà. Capite i vostri lettori e quello che potete dare loro. Cercate di divertirvi, così facendo, comunque vada, non avrete sprecato il vostro tempo.
⁃ C’è altro che vorresti aggiungere o di cui vorresti parlarci?
Consiglio Amazònia agli amanti della fantascienza e delle nuove tecnologia. A chi piace un mondo molto sviluppato con una trama su cui fare scommesse e personaggi che hanno le loro motivazioni personali. A chi ha amato tutti gli autori citati sopra, da cui ho preso ispirazione con amore e rispetto. Se vi andrà di leggerlo, aspetto le vostre opinioni e i vostri consigli!

Per l’acquisto del libro di questo autore, o per maggiori informazioni, potete trovare tutto quanto sui principali store del web e, nel mio articolo di qualche giorno fa, potete trovare trama e recensione.
Buona lettura!