Intervista allo scrittore Roberto Sanesi

Roberto Sanesi si presenta:

“Sono nato il 2 marzo 1961, dopo un parto difficile nel quale mia madre rischiò la morte; ma lei, devota del Sacro Cuore di Gesù, non solo venne da Lui salvata, ma ricevette l’annuncio della mia nascita in sogno. Quel Gesù da lei sognato, che annunciò l’arrivo di un bel figlio maschio che teneva in braccio (a quei tempi non esistevano le ecografie), era esattamente uguale all’affresco dipinto sulla parete d’ingresso della clinica di Firenze (appunto chiamata Sacro Cuore di Gesù) dove mia madre era stata ricoverata d’urgenza senza esserci mai stata prima d’allora.

“La mia vita è proseguita in modo regolare: ho intrapreso la strada della moda, fungendo da rappresentante e consulente a fianco di importanti firme della moda negli Stati Uniti, mai pensando di diventare uno scrittore fino al 2019, l’anno in cui fatti legati al passato, hanno messo il ‘pilota automatico’ alla mia nuova vita letteraria.”

“Il prosieguo dell’intervista chiarirà meglio questo passaggio fondamentale. Sono sposato e padre di due figlie, di 30 e 26 anni.”

Ma ora conosciamolo meglio tramite questa breve intervista.
Riporto di seguito le sue risposte senza modifiche, tagli o aggiunte da me apportate.

⁃ Per iniziare, c’è qualcosa di te, del tuo carattere, delle tue passioni che ti piacerebbe condividere con noi?

Fin da quando ero piccolo, ho sempre avuto la percezione che i miei occhi vedessero un mondo diverso rispetto ai miei coetanei. Mio padre è sempre stato premuroso e presente nella mia vita, ma non possedeva la spiritualità di mamma. È stata lei a guidarmi verso la luce che durante il cammino terreno ci sembra lontana, ma che, una volta lasciato il nostro corpo, ci aspetta per un abbraccio che non avrà mai fine. Vorrei suggerire a tutti di rubare un attimo alla giornata caotica che viviamo per osservare la semplicità di un filo d’erba, e scoprire così che tutta la nostra vita è un miracolo Divino. Sono una persona molto semplice che ama ascoltare la musica e crede fermamente nell’amicizia.

⁃ Esistono uno o più scrittori che hanno avuto influenza nella tua scrittura?

Mi è sempre piaciuto leggere un buon libro, ma non ho mai avuto preferenze per un genere o uno scrittore particolare. Leggo un po’ di tutto, dal sapienziale al thriller non disdegnando romanzi d’avventura, un po’ meno la fantascienza. Attingendo al passato, mi sono sempre piaciuti E.A. Poe e R. Kipling. Ho letto quasi tutti i libri di S. King e di K. Follett, ma ho nel cuore ‘Il nome della rosa’ di U. Eco e ‘Frankenstein’ di M. Shelley, scritto nel 1818, ma contenente tematiche già molto importanti come la morte dei propri cari e la scienza che supera i limiti della natura. Inoltre sono un appassionato del medioevo, dell’esoterismo Cataro fino ai Rosacroce, nonché accanito sostenitore dei Nativi americani, la cui meravigliosa cultura è presente sia ne ‘Il guaritore di peccati’ che nei due successivi volumi che completano la trilogia.

⁃ Per quanto riguarda la lettura, quali sono i libri che hanno lasciato il segno nella tua vita?

Senza alcun dubbio, il libro che più mi ha appassionato fin da piccolo e che rileggo volentieri anche da adulto è “Pinocchio” di Carlo Collodi. Pochi sanno che “Pinocchio” è una favola esoterica che svela tanti assiomi sul percorso spirituale dell’essere umano. È una favola che può essere letta in due diverse maniere: la prima da parte di un bambino, o di una persona superficiale che ne può cogliere solo gli aspetti per certi versi incoerenti, e per questo considerati divertenti. L’altro modo è quello di leggere il testo consapevolmente, cogliendo tutti gli aspetti legati alla simbologia esoterica nascosti abilmente da Collodi all’interno della sua favola.

⁃ Quando e come è nata la tua passione per la scrittura?

Dunque, per rispondere a questa domanda devo partire da molto lontano, e precisamente dall’incontro con l’amico Stefano, avvenuto quando avevo soltanto 14 anni. Lui era nato nel 1952 e aveva enormi problemi di salute, essendo stato sottoposto a uno dei primi otto trapianti di reni in Italia, agli inizi degli anni ’60. Questa persona meravigliosa era uno studioso di medioevo, di esoterismo, e insieme fondammo un gruppo di studio che si occupava del trascendentale, senza però trascurare i Catari, i Templari, i cavalieri Rosacroce e altro ancora. Nel 1995 Stefano morì a soli 42 anni nell’ospedale di Pisa. Ricordo il nostro ultimo incontro, pochi giorni prima che ci lasciasse, nel quale mi predisse molte cose che sarebbero poi avvenute (una di queste fu la nascita della mia seconda figlia).

Sì, perché il buon Dio gli aveva tolto la salute, ma donato anche sensi non posseduti dai comuni mortali: Stefano era capace di fare le bilocazioni e di predire il futuro a chi voleva bene. È stato capace di compiere veri e propri miracoli. Oltre al mio dispiacere per la sua imminente morte (lui ne era a conoscenza e l’aspettava come una liberazione), rimarcai anche la preoccupazione che tutto quanto avevamo studiato e approfondito insieme andasse perduto.

Allora lui mi prese per mano e disse: “tu inizierai a scrivere quando il lavoro finirà…”
Bisogna tener presente che, nel 1995, il tessile a Prato (città dove ho vissuto) era ancora in auge; è solo negli ultimi anni, a causa di varie vicissitudini (concorrenza dei paesi emergenti e covid), che dopo una esistenza quasi millenaria, l’industria laniera a Prato sta praticamente scomparendo… proprio come aveva predetto lui.

⁃ E l’idea del tuo libro come è nata?

I miei genitori sono stati due figure fondamentali nella mia vita. Mio padre morì nel 2009 a causa di un tumore al polmone. Poche ore prima del suo decesso, fui investito da una potente palla di luce, che mi provocò brividi mai avvertiti prima di allora: si trattava del suo ultimo abbraccio. Nel 2017 mia madre ebbe una emorragia cerebrale e morì l’anno successivo, esattamente il 19.09.2018. Le sue ultime parole prima di entrare in coma furono queste: “il Sacro Cuore di Gesù è proprio qui accanto a te”. Gesù non l’ha mai abbandonata…

Dopo pochi giorni, Stefano visitò i miei sogni, ricordandomi ciò che mi disse a Pisa in quel lontano inizio di marzo del 1995: “è giunta l’ora che tu inizi a scrivere”.
Allora è stato come se qualcuno da lassù mi avesse preso in braccio e, par farla breve, da esordiente ho scritto 4 libri (oltre 2000 pagine) in meno di due anni… Una cosa sensazionale a detta di tutti, specialmente di Germogli Letterari che ha corretto le mie bozze, e di Rossini editore. Pensate che avevo ben quattro case editrici interessate a pubblicare i miei lavori, cosa molto inusuale per uno scrittore esordiente! Ma io sono soltanto un umile strumento nelle mani di qualcosa di molto più grande di me. Così è nato ‘Il guaritore di peccati.’ Non è stata un’idea, ma qualcosa di più profondo: l’inizio di un percorso che arriva da un’altra dimensione. Chi ha già letto il mio libro è d’accordo con il giudizio di Germogli Letterari che ha corretto le mie bozze:

“Per la sua singolare architettura – che mescola felicemente le atmosfere cupe e tensive del thriller con le finalità edificanti della letteratura sapienziale – il progetto narrativo si propone come capostipite di un nuovo genere letterario.”

⁃ Hai trovato difficoltà durante la scrittura? Se si quali e in caso contrario, cosa ti stimolava a proseguire nella scrittura?

Onestamente, i miei scritti sono nati senza alcuna difficoltà, non per la mia bravura, ma perché ‘ispirati’ da qualcuno lassù che mi aveva preso per mano. Durante la notte, spesso sognavo capitoli inediti che poi al mattino successivo dovevo essere svelto a trascrivere su carta affinché non venisse dimenticato alcun dettaglio. Durante la stesura dei miei romanzi, mi sono sentito come un esule che

faceva ritorno in patria, dove la fine del racconto rappresentava gli amati confini natii che ogni giorno vedevo sempre più vicini a me. Ho vissuto in prima persona i personaggi da me creati e mi sono immedesimato in ognuna delle loro personalità. Questa è stata la parte più difficile che mi ha portato via molta energia, ma non mi sono mai sentito stanco neanche dopo ore e ore di lavoro. Rileggevo i capitoli apportando pochissime correzioni, e rimanendo stupito di me stesso!

⁃ Il tuo libro tratta il tema della spiritualità e della reincarnazione. Quando ti sei avvicinato a queste tematiche?

Ho già spiegato ai lettori il mio percorso di avvicinamento a queste tematiche che non si esauriscono con il primo romanzo. Vista la struttura della trilogia, non posso svelare più di tanto, altrimenti rischierei di rovinare il pathos a coloro che hanno iniziato a leggere ‘il guaritore di peccati’. Ognuno dei tre volumi si apre con un’introduzione che accompagna il lettore nella trama, equipaggiandolo di chiavi interpretative idonee al contesto. Nonostante i nodi tematici mutino di romanzo in romanzo, sono presenti delle analogie a livello concettuale e strutturale. Il fil rouge tematico è costituito dall’inesauribile ed eterna lotta fra il Bene e il Male. L’asse del Bene agisce intessendo un dialogo verticale e complesso con la dimensione trascendente. La religiosità assume caratteri universali: se infatti, ne ‘Il guaritore di peccati’, la spiritualità dei Navajo è predominante, negli altri due volumi il Cristianesimo intriso di illuminato esoterismo e di nozioni desunte dall’Ebraismo impregna ogni pagina. Le due spiritualità principali, tuttavia, non sono incompatibili e trovano una felice sinergia sincretica nell’ultimo romanzo. Se la forza diabolica si manifesta in forme diverse – impossessandosi o servendosi all’uopo dei personaggi – attorno al Bene gravitano i protagonisti, secondo una gerarchia narrativa costante.

⁃ Cosa vorresti che “rimanesse” a chi legge il tuo libro? Che messaggi vuoi far passare?

‘Il guaritore di peccati’, così come gli altri due romanzi che compongono la trilogia, mi ha permesso di approfondire la meravigliosa cultura dei Nativi americani, nel mio caso la tribù dei Navajos, attingendo a piene mani dalle loro testimonianze che oggi sono sommerse dalla ‘modernità’, ma che se vengono ‘rispolverate’, ci fanno capire che esse contengono tutto ciò di cui il mondo d’oggi avrebbe bisogno. C’è una riflessione particolare, attribuita al grande capo tribù Cervo Zoppo, che io ho riportato nell’introduzione e che qui mi appresto a replicare:

“Prima che arrivassero i nostri fratelli bianchi per fare di noi degli uomini

civilizzati, non avevamo alcun tipo di prigione. Per questo motivo non avevamo

nemmeno un delinquente. Senza una prigione non può esservi alcun delinquente.

Non avevamo né serrature, né chiavi e perciò, presso di noi, non c’erano ladri.

Quando qualcuno era cosi povero da non possedere cavallo, tenda o coperta,

allora egli riceveva tutto questo in dono. Noi eravamo troppo incivili per dare

grande valore alla proprietà privata. Noi aspiravamo alla proprietà solo per

poterla dare agli altri. Noi non conoscevamo alcun tipo di denaro e di

conseguenza il valore di un essere umano non veniva misurato secondo la sua

ricchezza. Noi non avevamo delle leggi scritte depositate, nessun avvocato e

nessun politico, perciò non potevamo imbrogliarci l’uno con l’altro. Secondo il

loro punto di vista, eravamo messi veramente male, prima che arrivassero i

bianchi. Ma eravamo felici.”

L’aver riproposto ai lettori questa riflessione ha appagato il mio cuore e la mia anima. Prima che venisse sterminato dal ‘progresso’, questo meraviglioso popolo era felice. Oggi siamo noi felici con il progresso? Io non credo! Spero che leggere la riflessione di Cervo Zoppo ci dia il coraggio di guardare dentro alla nostra coscienza.

⁃ Scrivere e vedere pubblicato il tuo libro, cosa si prova?

Ho provato la stessa gioia di quando ho assistito al parto per la nascita delle mie figlie. Una emozione unica… Dispiace soltanto che i miei genitori non siano più qui a gioire con me, ma li sento

entrambi molto vicini e fieri del messaggio contenuto nei miei scritti. Inoltre, vorrei abbracciare ad uno ad uno ogni singolo lettore che ha avuto fiducia nel mio lavoro e approfondirne ogni aspetto insieme a loro rispondendo a ogni curiosità.

⁃ Hai altri progetti in vista? Magari un altro libro o il seguito di questa storia?

In realtà ‘Il guaritore di peccati’ è il mio secondo libro. Vi spiego cos’è accaduto: dopo aver seguito il ‘consiglio’ di Stefano, il mio angelo custode, iniziai a scrivere un libro basandomi sulla sua vita e quella di altre persone a me care che non sono più tra noi. Essi erano i componenti del gruppo di studio. Il libro s’intitola ‘Il bene e il male.’ È una storia a sé stante, e sarà pubblicata dopo la trilogia inaugurata da ‘Il guaritore di peccati’, o così immagino io. Anche gli altri due volumi sono già pronti. Attualmente sto gettando le basi per mio quinto romanzo, che sarà ambientato in un convitto musicale in Val d’Aosta. Anche qui i lettori potranno seguire la lotta tra il Bene e il Male, sotto forma di musica.

⁃ Ci sono dei consigli che vorresti dare ad aspiranti scrittori/scrittrici?

Io penso che le persone le quali aspirano a diventare scrittori/scrittrici debbano sentirsi come dei viandanti che viaggiano tenendo una fiaccola in mano. Quella luce non serve soltanto a illuminare il sentiero, ma porta un barlume di speranza alle persone che incontriamo nel cammino della nostra vita. Chiunque riesca a pubblicare il proprio lavoro, diventerà immortale. Un giorno noi ce ne andremo, ma gli scritti rimarranno pubblicati assurgendosi a nostri fedeli testimoni. E’ una responsabilità che non va presa a cuor leggero.

⁃ C’è altro che vorresti dirci o di cui vorresti parlarci?

La presentazione del libro, uscito il 9 marzo, è stata rinviata a causa del covid. Ho già preso accordi con il sindaco di Vernio (comune in provincia di Prato dove risiedo), per organizzarla a giugno negli ampi spazi verdi situati all’interno del palazzo comunale. Inoltre dovrei fare un’altra presentazione presso una nota casa musicale di Prato: il titolare, amico d’infanzia, mi metterà a disposizione il suo negozio per un incontro dove sarà presente anche la stampa. Sono presente su Instagram (@roberto_s61) e su Telegram (@RobertoS61) dove, chi è interessato ad avere notizie sulla mia produzione, può contattarmi in privato. Auguro di cuore una buona lettura a tutti voi.

Per l’acquisto del libro di questo autore, o per maggiori informazioni, potete trovare tutto quanto sui principali store del web e, nel mio articolo di qualche giorno fa, potete trovare trama e recensione.

Buona lettura!

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